Accordarsi con lo Yoga
MEDITAZIONE di NATALE
martedì 24 ore 9:00
"Om Terra! Cielo! Firmamento!
Quello splendore adorabile del celeste incitatore possiamo noi vederlo,
perché esso stimoli i nostri pensieri!"
Gayatri-Mantra
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FELICE E BEL NATALE
Prepara lo spazio della meditazione con cura ed attenzione, assicurandoti che sia intimo, silenzioso. E' importante che questo sia un momento dedicato a te.
Stendi con cura il tappetino ed utilizza un cuscino, una coperta ripiegata o uno zafu per la meditazione se ti fa piacere o sei solito utilizzarli durante i tuoi momenti di ascolto. Questo ti aiuterà a mantenere una posizione più confortevole e più a lungo.
Tieni il supporto virtuale che hai scelto per seguire la pratica (pc o telefono) vicino a te ma non lasciarti disturbare.
Perdonateci se la qualità dell'audio non è eccellente e si possono sentire dei rumori di sottofondo.
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La traccia audio MEDITAZIONE ti porta attraverso un percorso di ascolto. Ascolto del respiro, ascolto del grande corpo, ascolto dei movimenti interiori.
Sentiti sereno ed autonomo.
La meditazione è un percorso intimo che ognuno può fare solo per se stesso. Le tecniche sono solo espedienti, strumenti per intraprendere questo percorso. Se è assai difficile guidare una meditazione in modo efficace, lo è ancora di più con l'utilizzo del virtuale.
Rimani vicino/a a te stesso/a e fai il tuo percorso. Con serenità, dolcezza e calma.
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Accendi una candela davanti a te.
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Siediti a terra portando i glutei sul cuscino o direttamente sul tappetino, sentendo l'appoggio sugli ischi.
Incrocia le gambe trovando una posizione a te confortevole.
Ascolta il peso del corpo, bilancia l'inclinazione della colonna vertebrale fino a sentirti dritto ma senza sforzo.
Respira.
Accogli i suoni che arrivano dall'esterno provando ad integrali al tuo ascolto. Affina sempre più il tuo ascolto, raggiungendo i suoni lontani e quelli vicini.
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Guarda la candela, osservane i contorni, il movimento, la luce.
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RespiriAMO Pace
Imparare ad essere grati è il primo passo in quel sentiero che porta verso la comprensione di ciò che siamo e di quanto è immenso il tesoro che custodiamo nel cuore.
Essere grati è una scelta, una scelta ben precisa del modo in cui si vuole stare nella vita.
Essere grati è una partenza, non un arrivo.
Essere grati verso la Vita rafforza lo stato di salute della persona ed aiuta a camminare verso il benessere, in quanto la Gratitudine, come un balsamo, è in grado di curare le ferite e predisporre il corpo e l'animo alla guarigione.
Per essere grati è fondamentale scegliere di farlo senza aspettarsi nulla in cambio e farlo senza mai irritarsi o opporsi contro la Vita se le cose, giorno per giorno, non vanno come ce le eravamo aspettate.
Per essere grati occorre metodo e costanza; quel metodo certo cha antepone, a tutto e sempre, il movimento a favore della gratitudine; la costanza di chi non vuole perdere neanche un istante nel seguire le fluttuazioni della mente che avvantaggiano solo il senso di colpa, il giudicare, il veleno della rabbia.
La Gratitudine è il profumo nel fiore; lo spettro di colori nell'arcobaleno; la danza della luce nell'alba; gli occhi in un bambino; il manto candido nella volpe delle nevi; è la neve che cade; è la trasparenza nel mare; è il canto dell'usignolo ed il becco giallo nel merlo mentre con grazia infinita gioca nella pozzanghera lungo la strada; è il tepore del fuoco; la pelle dell'amato e dell'amata; è la carezza della rugiada che scivola sul muschio.
La Gratitudine non fa rumore, non si mostra, non si vanta di se stessa.
Ogni giorno al risveglio, spetta a te la scelta. Spetta a te la scelta se opporti al movimento della Vita e scagliarti con rabbia verso quello che incontrerai o se essere grato perchè un nuovo giorno sta nascendo e con infinita precisione il sole è tornato ad illuminare la terra per garantire a tutti, bellezza, cibo, calore, luce, ossigeno, nutrimento...
Ogni giorno spetta a te la scelta e da questa scelta fluirà il tuo modo di stare nel mondo e soprattutto il modo di stare in te stesso.
E se ti dovesse assalire il dubbio rispetto a quale sia la scelta, prova ad osservare il cielo e le stelle, il mare e le montagne, l'aquila ed il cervo, la quercia ed il narciso. Osserva il volto di un bambino.
Se dovessi avere dubbi, questo è un metodo infallibile per lasciarli andare e scegliere adesso di essere grato.
La gratitudine è il terreno fertile dove imparare a coltivare il nutrimento, il cibo preferito per il cuore.
La gratitudine è il mare più ampio e sconfinato nelle cui profondità trovare il nutrimento, il cibo preferito per il cuore.
La gratitudine è il fuoco, verace e sincero, tra le cui fiamme sentire il calore, il nutrimento, il cibo preferito per il cuore.
La gratitudine è il cielo, sempiterno e vasto dove respirare il nutrimento, il cibo preferito per il cuore.
Quale è questo nutrimento, cibo preferito per il cuore?
La Pace.
Nella complessa e capillare architettura del creato, la gratitudine semplicemente è la forza che fa muovere il fiume dal ghiacciaio, sua origine, all'oceano mare, luogo di ricongiungimento.
Nella complessa e capillare architettura del creato la gratitudine semplicemente è l'incredibile energia della rondine che un corpo che pesa una manciata di grammi percorre ogni anno i continenti affrontando ogni situazione.
Nella complessa e capillare architettura del creato la gratitudine è la smisurata preghiera che ogni inverno la gemma del mandorlo recita quando, semplicemente, sente l'impulso dell'incipiente primavera, per tornare ad aprirsi mostrando al cielo la meraviglia che stava celando dentro di sè.
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Quando il cuore smette di battere per la gratitudine, la mente si agita, il corpo perde l'eleganza e la grazia del movimento, gli occhi vedono attraverso un velo di nebbia e le orecchie sentono un continuo rumore di sottofondo.
Un cuore che smette di essere grato, si è già fatto portare via la gioia, aprendo le porte a quel nutrimento, a quel cibo a lui assolutamente non gradito: il veleno della separazione.
Un cuore che si nutre di separazione, anziché di pace, batterà per un continuo conflitto e non per la gratitudine; lascerà fluire nelle vene la rabbia e non la gioia.
Per la pace possiamo pregare, urlare, piangere, manifestare, proclamare, scrivere, cantare, donare....
ma se non torniamo oggi a scegliere di nutrire il cuore di pace, per lasciarlo battere nella gratitudine, per far scorrere nelle vene la gioia, ogni efferato crimine, ogni violenza, ogni guerra, ogni disumana azione che gli uomini di potere continuano a compiere, tutti senza distinzione di credo religioso, pensiero politico, appartenenza sociale, schieramento militare, continuerà ad essere implacabile perché giustificata da un pensiero/cuore collettivo già smarrito nella separazione.
Per la pace possiamo utilizzare la voce e la preghiera, le mani e le azioni concrete; la gratuità del gesto ed il silenzio del dono senza aspettative; ma finché per la pace non metteremo tutto di noi stessi, per sceglierla dentro quale unico vero nutrimento per il cuore, la pace che ci aspettiamo fuori continuerà ad essere soffocata dalle nubi prepotenti della separazione che già stiamo accogliendo dentro.
Ciò che è dentro si manifesta fuori. Nel piccolo e nel grande.
Quando anche lo Yoga, dono incommensurabile e meraviglioso, nutrimento per il cuore perché fondato sulla pace del respiro e sull'assorbimento nell'Uno, diventa luogo di separazione, e quindi di conflitto, di frustrazione o esaltazione, di gerarchie, di dogmi, di sistemi di controllo, allora si eclissa oscurandosi nella non gratitudine e, pur rimanendo nella totalità della sua potenza, si nasconde nell'inverno delle stagioni come un seme nel terreno.
Assolutamente sempre ricco di energia ed informazioni e pronto a germogliare, donandosi nella pienezza;
Assolutamente inutile quando non illuminato dal chiarore della gratitudine e scaldato dal tepore della pace. Della condivisione amante.
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​MEDITAZIONE
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«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Vangelo di Giovanni (14, 27)